Introduzione - CERVICALE E SONNO, quali posizioni possono essere utili per dormire meglio?
La cervicale è la zona della colonna vertebrale che parte dalla base della testa e arriva nel punto dove il collo si unisce al tronco all’altezza delle spalle. Se la notte hai un sonno disturbato e al mattino ti sei svegliato con il collo rigido, con dolori cervicali e magari anche con il mal di testa, che può durare per tutta la giornata, questo articolo è utile per te.
Spesso questi disturbi sono frequenti in quei pazienti che già soffrono con disturbi del tratto cervicale.
Quante volte parlando con amici e familiari o riflettendo con te stesso hai dato la colpa al cuscino, al materasso o al fatto che dormi in una brutta posizione? Probabilmente almeno una volta!
In realtà nessuno di questi elementi sembrano essere la vera causa del tuo continuo dolore cervicale e dei tuoi fastidiosi mal di testa mattutini.
Questo articolo ti aiuterà a comprendere cosa realmente può provocare problemi al risveglio e come fare per poter stare meglio ed avere un sonno più rigenerante, sfatando così una volta per tutte una serie di falsi miti.
Importante premessa…
Molto spesso i pazienti pongono questo tipo di domande:
- Mi consigli una posizione in cui dormire per poter sfiammare la mia ernia cervicale?
- Se appoggio la testa sul cuscino mi fa male la cervicale, come posso farla passare?
- Quando mi stendo sul letto mi fa male la scapola e anche il collo, cosa posso fare?
- Ho una contrattura al trapezio che non mi fa risposare, come posso sfiammarla rapidamente?
- Ho mal di testa solo da sdraiata con dolore alla nuca e nausea, come posso guarire?
Risolvi adesso il tuo problema!
Punto 1: Posso decidere in che posizione dormire e mantenerla per tutta la notte?
Quando ti svegli con i dolori al collo bisogna evitare dare la colpa alla posizione in cui dormi, il nostro corpo è vigile e in grado di distinguere automaticamente le posizioni buone da quelle che vanno evitate, del resto, perché il corpo dovrebbe assumere una posizione che percepisce come dannosa o fastidiosa ?
Quando invece si ha un sonno disturbato a causa della cervicale molto spesso è direttamente collegato all’infiammazione dei muscoli o delle strutture anatomiche della cervicale stessa. In questa situazione, qualsiasi posizione può provocare dolore o sensazioni sgradevoli e trovare una posizione confortevole è sempre più difficile. È proprio per questo che spesso durante la notte, quando la cervicale è molto irritata, ti puoi svegliare più volte a causa del dolore.
Quando i muscoli e le vertebre cervicali sono in buono stato, i meccanismi e le posizioni che si assumono durante il sonno non sono un problema e si è in grado di dormire ovunque, anche sui sassi. Invece, quando a causa di diverse patologie, come la cervico-brachialgia, artrosi cervicale o ernia del disco le condizioni sono meno buone, hai proprio bisogno di un fisioterapista qualificato ed esperto nel trattamento dei disturbi cervicali.
Punto 2: Ho davvero bisogno di un cuscino cervicale e di un materasso ortopedico per dormire bene?
La riposta è ovviamente no.
Non sei nato con il dolore cervicale, quindi perché il cuscino che non ti ha mai causato problemi, improvvisamente dovrebbe diventare la causa dei tuoi mali?
Quindi, che tipo di cuscino cervicale devo usare?
Nessuno in particolare poiché ogni cuscino cervicale è standard e consigliare cuscini cervicali uguali per tutti con più o meno curvature per il collo è un errore e in alcuni casi può addirittura peggiorare la situazione, non tutte le persone hanno un’uguale conformazione cervicale. La cosa fondamentale da sapere è che non c’entra che cuscino usi, ma quanti ne usi e come li usi. Non esiste nemmeno un’altezza ideale del cuscino, ma generalmente la cosa migliore sarebbe dormire senza il cuscino o con un cuscino basso e che sostiene leggermente la cervicale.
La colonna cervicale si adatta e si rilassa nella sua posizione naturale, libera da ulteriori stress meccanici, d’altra parte può risultare difficile dormire senza cuscino perché ognuno ha una morfologia diversa e a seconda delle patologie presenti (es. alle vie aeree, ai polmoni o allo stomaco come il reflusso gastro-esofageo) può risultare scomodo dormire senza cuscino o con un cuscino basso e impedire un sonno ristoratore.
Il compromesso migliore è usare un solo cuscino e posizionarlo bene sotto testa e collo fino alla parte bassa della cervicale terminando all’inizio delle spalle, riempiendo così quella “conca” che naturalmente formano le nostre vertebre cervicali: in questo modo il capo e il collo sono sostenuti in una posizione di rilassamento, tutte le strutture sono “protette” e i recettori comunicano ai muscoli che possono “riposarsi” ed evitare di lavorare tutta la notte per reggere la testa.
La scelta di utilizzare o meno il cuscino è da fare insieme al proprio fisioterapista, infatti ogni quadro clinico è diverso dall’altro e quindi non esiste una formula magica che vada bene per tutti. Inoltre, c’è da dire che le posizioni di riposo cambiano a seconda della condizione clinica, quindi è possibile che l’altezza del cuscino consigliata in un primo momento possa variare durante il percorso terapeutico.
Tutto questo ragionamento va poi declinato in base alle posizioni assunte durante la notte. Alcune persone prediligono una sola posizione altri invece assumono diverse posizioni durante il sonno, per questo ogni soggetto deve essere seguito da un esperto per avere una consulenza su quale o quali cuscini utilizzare per riposare bene. Ad esempio, chi utilizza una specifica tipologia di cuscino cervicale per dormire supino (a pancia in su), potrebbe trovare delle difficoltà a utilizzare lo stesso cuscino quando dorme su un fianco.
Punto 3: Quindi se la posizione, il cuscino e il materasso non c’entrano nulla con il mio problema, perché quando mi sveglio sono sempre rigido e dolente?
La risposta è semplice ed intuitiva. La motivazione riguarda la presenza o meno di alterazioni o disfunzioni a livello cervicale. Non importa quale sia realmente la tua patologia cervicale, che sia artrosi, osteofitosi od ernia discale, poiché i sintomi che lamenti sono sempre gli stessi: dolore, rigidità, limitazione articolare e, talvolta, mal di testa. Tutti questi disturbi sono accomunati da deficit di vascolarizzazione delle strutture anatomiche della zona, in parole povere alle strutture sofferenti non arrivano le adeguate quantità di ossigeno e nutrienti e non riescono ad essere eliminate le sostanze di scarto pro-infiammatorie.
Ora, se durante il giorno bene o male il corpo si muove e la pompa muscolare fa il suo dovere e parzialmente limita questo deficit, di notte la storia cambia perché i movimenti sono naturalmente molto più limitati, diminuisce ulteriormente l’afflusso di sangue ai muscoli e le articolazioni non riescono a mantenersi lubrificate. In queste condizioni le strutture anatomiche, già di per sé sofferenti, scatenano il dolore e i sintomi cervicali.
È proprio per questo motivo che quando ti svegli ti senti rigido e dolente, e quando ti metti in moto tutto migliora, con tempistiche differenti a seconda della gravità del problema, da pochi minuti a qualche ora.
Allora per far star meglio la mia cervicale devo dormire di lato?
Devo dormire a pancia in giù oppure in sù? Devo procurarmi il miglio cuscino per la cervicale? Niente di tutto questo! Se soffri di questo problema, invece di restare ancorato ai falsi miti del cuscino, del materasso e delle posizioni di riposo, forse è il caso di capire qual’è il reale disturbo alla base del tuo dolore e curarlo! Un fisioterapista esperto effettua una valutazione per poi creare un percorso terapeutico specifico per ogni paziente.
Un trattamento di fisioterapia mirato per un disturbo cervicale è normalmente diviso in tre parti che possono sovrapporsi a livello temporale in base all’andamento del quadro clinico. La prima fase è quella del controllo del dolore e dell’infiammazione che prevede delle tecniche di terapia manuale o osteopatia insieme all’utilizzo di mezzi fisici come la tecarterapia o altre terapie fisiche.
Nella seconda fase, quella del recupero dell’articolarità e del movimento, si intensificano le tecniche di terapia manuale, si riduce la terapia fisica e si introduce l’esercizio terapeutico per la riabilitazione funzionale.
La terza fase ha come obiettivo la stabilizzazione dei sintomi e il miglioramento delle performance motorie. La fisioterapia ha la sua più alta finalità nel portare il paziente ad avere una condizione fisica migliore rispetto a quella precedente alla patologia.
Non basta togliere il dolore, dobbiamo focalizzarci sul mantenimento della salute attraverso il miglioramento della qualità del movimento, nel soggetto sportivo come nelle persone di età più avanzata. Quando il quadro clinico lo permette è necessario inserire delle sessioni di allenamento terapeutico programmate con il fisioterapista.
Risolvi adesso il tuo problema!
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